ALL OUR WORRIES
SINOSSI
Tutti gli abitanti sanno il codice a memoria. Nove-cinque-cinque-tre: il portone di Luoghi Comuni si apre. Luoghi Comuni è un progetto di cohousing nel quartiere San Salvario di Torino. La permanenza massima consentita è di 18 mesi. Per molti degli abitanti la precarietà abitativa si aggiunge alla precarietà delle loro vite. Il 9 marzo 2020 a seguito dell’avanzata del Covid-19, il Governo Italiano ordina l’auto-isolamento obbligatorio. Durante questo periodo, sei dei venticinque appartamenti che compongono Luoghi Comuni iniziano a raccontarsi, ognuno con la propria telecamera. Waleed, Anna, Mamadou, Suor Miriam, Simone, Gil, Regina: un palazzo di Torino diventa un’unica finestra su tanti mondi diversi e lontani, tutti accomunati dalla stessa incertezza, dalla stessa ansia per il futuro, dallo stesso rifugiarsi nel passato e negli affetti più intimi per fronteggiare la precarietà del presente
«A fine febbraio vivevamo nella residenza temporanea di Luoghi Comuni. Dal primo giorno passato in residenza ci eravamo accorti di quanto quel palazzo non fosse un posto come tutti gli altri. Ci siamo sempre detti che stava tutto nella varietà di persone che lo abitavano, nell’eterogeneità di età, provenienze sociali e geografiche, nel fatto che tutti gli inquilini sapevano che la loro permanenza fosse di 18 mesi massimo. Quando è scattato il lockdown, noi non conoscevamo ancora nessuno dei nostri vicini di casa. Nei giorni successivi ci sediamo davanti alla finestra ad osservare quello che succede fuori mettendoci un po’ di attenzione in più. Chiamiamo i gestori della residenza e gli proponiamo di dare delle handycam agli abitanti che se la sentono e provare a raccontare quel palazzo in maniera corale. Molti di loro si mettono in gioco prendendosi una parte di responsabilità. Tutti i nostri affanni non è un film che racconta la quarantena, è un film che è iniziato servendosi del tempo di vuoto che quest’ultima ha concesso, per entrare in un palazzo e nelle vite di chi lo abita. Un palazzo qualunque del centro di Torino, diventa microcosmo e crocevia di vite e di mondi lontani e distanti eppure tutti alle prese con i propri affanni quotidiani.»