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MEDFILM FESTIVAL

2016

LA VENTIDUESIMA EDIZIONE DEL MEDFILM FESTIVAL SI È SVOLTA DAL 4 AL 12 NOVEMBRE A ROMA.

In programma 90 film, di cui 60 anteprime italiane, europee e internazionali. Ha aperto la XXII edizione del festival il maestro Yousry Nasrallah, tra gli ospiti della manifestazione, con l’anteprima italiana del film Brooks, Meadows and Lovely Faces, uno scatenato melodramma che dietro la patina scintillante, racconta le difficoltà del quotidiano in un Paese complesso come l’Egitto.

Presenti nella sezione Amore e Psiche nove titoli; una selezione variegata nella quale hanno spiccato Hedi di Mohamed Ben Attia, in concorso alla Berlinale, e il gangster-movie francese Chouf di Karim Dridi, e titoli meno noti come il fantasy horror algerino <emKindil di Damien Ounouri e il saggio di metacinema franco-algerino Le Jardin d’essai di Dania Raymond.

Due vetrine speciali sono state dedicate ai Paesi ospiti d’onore: Iran e Turchia. La millenaria cultura persiana, la bellezza della sua mitologia, della sua poesia, attraverso il cinema hanno affascinato il pubblico. Il festival ha dedicato un omaggio al maestro Abbas Kiarostami, proiettando il suo ultimo emblematico cortometraggio, Take Me Home. Presenti nella vetrina dedicata all’Iran anche Scissor di Karim Lakzade’h, Life and a Day di Saeed Roostaee, A House on 41st Street di Hamid-Reza Ghorbani, Daughter di Reza Mirkarimi e Death of the Fish di Rouhollah Hejazi. La Tunisia, simbolo della Primavera araba e della ricerca di libertà e democrazia, si è dimostrata ancora tra i Paesi più vitali dell’area mediterranea. Straordinarie testimonianze, in tal senso, sono arrivate proprio dalle opere incluse nella vetrina, come The Last of Us di Ala Eddine Slim, racconto dell’odissea di un ragazzo africano attraverso la Tunisia e il Mediterraneo, fino alla totale astrazione dalla realtà, Thala My Love di Mehdi Hmili, vera e propria lettera d’amore alla rivoluzione, il documentario Omi Mouna’s Secret, la commedia Ghasra, la love story Et Roméo épousa Juliette e l’apologo La Laine dur le dos.

Il concorso Open Eyes, dedicato ai documentari, ha mostrato dieci titoli uniti dal tema della memoria, rinvenuta tra villaggi, città, province, nazioni diverse, legata dal desiderio di rimetterla in gioco nel presente, in un mondo sottoposto alle continue pressioni dei conflitti geopolitici. Atlal di Djamel Kerkar ha condotto il pubblico del festival in un villaggio ridotto a rovine, teatro della guerra civile, mentre il più lieve Zaineb n’aime pas la neige della tunisina Kaouther Ben Hania, ha narrato le vicende di una vivace bambina borghese, costretta a trasferirsi dalla sua Tunisi al freddo e lontano Canada.

Il Concorso Internazionale Cortometraggi ha presentato una selezione di 20 corti, mostrando al pubblico un ampio spettro espressivo del cinema contemporaneo: dalla finzione al documentario, dall’animazione alla sperimentazione.

Grande spazio al cinema italiano con la vetrina Le Perle, focus sul cinema indipendente nostrano e i suoi giovani autori.

Fra gli eventi speciali l’anteprima italiana di Petits Bonheurs, nuovo film del regista marocchino Mohamed Chrif Tribak, vincitore del Premio del Pubblico a Tétouan.

Tra le novità del MedFilm Festival 2016 va ricordato lo spazio dedicato alla letteratura con una vera e propria sezione: Letture dal Mediterraneo. Sei appuntamenti letterari che hanno attraversato le frontiere: geografie, storie, vita, culture, gusti e fenomeni che la scrittura è ancora in grado di restituire.

Il Premio alla Carriera è stato consegnato a Gianni Amelio, regista che ha saputo essere testimone delle passioni e delle storie delle donne e degli uomini, interrogando instancabilmente le forme del cinema. L’autore è stato omaggiato con la proiezione de Il primo uomo.

Il murale simbolo di questa edizione è un’opera di Zoo Project, nome d’arte di Bilal Berreni, artista franco-algerino scomparso a Detroit nel 2013 a soli 23 anni. Nel 2011 ha raccontato la battaglia politica tunisina con la serie di illustrazioni Les Martyrs: il richiamo alla libertà rappresentato dall’accumulo di giovani e vitali corpi abbarbicati allegramente e goffamente su un motorino, rappresenta la vitalità della gioventù della rivoluzione, che ha cambiato e continua a cambiare quel Paese.

18000 Visitatori

90 Film proiettati

4 Sale cinematografiche