FESTIVAL DEL CINEMA MEDITERRANEO DI TÉTOUAN
FESTIVAL DU CINÉMA MÉDITERRANÉEN DE TÉTOUAN
MedFilm Festival riparte verso il Sud
Festival del Cinema Mediterraneo di Tétouan
26 marzo / 2 aprile 2016
IL CINEMA ITALIANO IN MAROCCO
Il Mediterraneo è sempre più al centro del mondo e di fronte ad un’Europa che si blinda, diventa centrale affermare, visibilmente, la nostra vicinanza ai popoli della sponda Sud. Il Mediterraneo deve tornare ad essere Mare Nostrum, non più Mar della Morte. In tal senso il MedFilm, che opera da 22 anni nell’area mediterranea e mediorientale, prosegue con accresciuta forza e convinzione il lavoro di scambio e conoscenza tra i paesi delle due sponde, attraverso attività di internazionalizzazione che, nel corso del 2016, porteranno il festival in Marocco (Tétouan, Rabat) e in Tunisia (Tunisi).
In attesa della prossima edizione romana, che si terrà dal 4 al 12 novembre, MedFilm riparte verso il Sud partecipando, per l’8° anno consecutivo, al Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan, con una significativa selezione di cinema italiano.
Giunto come il MedFilm Festival alla 22° edizione, il Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan – dal 26 marzo al 2 aprile – resta una delle più interessanti manifestazioni di cinema del Maghreb. Guidato dallo storico direttore artistico Ahmed Elhousni, il festival è dedicato alla promozione del cinema mediterraneo ed è realizzato sotto l’egida del Presidente della Fondazione Città di Tétouan, Nabil Benabdallah, attuale Ministro per l’Ambiente e delle Municipalità del governo marocchino.
In questi anni il MedFilm ha portato in Marocco ben 70 film italiani. Tra i vincitori delle ultime edizioni del festival di Tétouan ricordiamo: “Il Giovane favoloso” di Mario Martone, “Anime nere” di Francesco Munzi, “Miele” di Valeria Golino, “Requiem” di Valentina Carnelutti, “Le Cose Belle” di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, “Io Sono lì” di Andrea Segre, “La kriptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo, “Alza la testa” di Alessandro Angelini.
La promozione del cinema italiano in Marocco, si inserisce nel quadro del Protocollo di Intenti siglato nel 2009 tra il Presidente del MedFilm Festival Ginella Vocca e il Segretario Generale del Ministero della Comunicazione marocchino Belardi Redouane, finalizzato a rafforzare le relazioni culturali e commerciali tra i due paesi.
Il programma della 22° edizione del Festival di Tétouan è ricco e variegato: dal Concorso Ufficiale ai Concorsi dedicati a Documentari e Cortometraggi, passando per le Séances Spéciales fuori concorso fino agli omaggi che quest’anno il festival dedica all’attrice Amal Ayouch e ai registi André Téchiné e Daoud Aoulad-Syad (ospite d’onore del MedFilm nel 2014).
Sono 12 i film che parteciperanno al Concorso Ufficiale. Dall’Europa arrivano l’acclamato “The High Sun” del croato Dalibor Matanić, la folgorante opera seconda della francese Léa Fehner “Les Ogres” (Premio del Pubblico a Rotterdam), il thriller greco di frontiera “Riverbanks” di Panos Karkanevatos, il dramma kosovaro “Three Windows and a Hanging” di Isa Qosja, lo spagnolo “Techo y comida” di Juan Miguel del Castillo (Premio Goya 2016 alla protagonista Natalia de Molina), la rivelazione “Dolanma” del turco Tunç Davut e il war movie belga-marocchino “Les hommes d’argile” di Mourad Boucif. Dall’altra sponda del Mediterraneo ecco invece il ritorno del marocchino Mohamed Smaïl con “Dés… Espoirs”, il dramma sentimentale tunisino “Les frontières du ciel” di Farès Naanaa, il mélo egiziano post-Mubarak “Nouara” di Hala Khalil e il prison movie libanese “3000 Nights” di Mai Masri.
L’Italia partecipa al Concorso Ufficiale grazie al MedFilm con uno degli esordi più premiati dell’anno: “L’attesa” di Piero Messina.
Il film, presentato in competizione alla Mostra di Venezia e accolto con entusiasmo dal pubblico italiano e internazionale (negli stessi giorni di Tétouan arriverà nelle sale degli Stati Uniti, distribuito da Oscilloscope), racconta l’arrivo della giovane francese Jeanne (la sorprendente Lou de Laàge) in Sicilia, nella casa di campagna del fidanzato Giuseppe. Lui non c’è. Dovrebbe arrivare in tempo per la processione di Pasqua, dice la madre Anna (una splendida Juliette Binoche), che però nasconde dietro il suo volto doloroso un terribile segreto. Una verità troppo orribile da pronunciare. I giorni passano, le due donne lentamente imparano a conoscersi. «Protette ma anche isolate dal mondo, Anna e Jeanne iniziano ad attendere il ritorno di Giuseppe. E nel farlo immaginano una realtà che esiste proprio perché da esse condivisa», ha raccontato Messina, già protagonista al MedFilm nelle passate edizioni con i suoi corti “La porta” e “Terra”. «È così che nasce tra due donne un muto sodalizio. Quasi inconsapevolmente si stringono, si fanno vicine nel tentativo di proteggere e nel contempo rendere più forte la loro fragilissima verità. La realtà è lì, troppo vicina forse per essere visibile. Troppo terribile per essere guardata. Così un poco si perdono, creano una parentesi, uno spazio nel tempo in cui c’è ancora una possibilità. E la loro è appunto una fede nella possibilità, quasi che condividere strenuamente un pensiero, possa restituire ad esso verità».
Il festival mette in palio premi importanti come il Grand Prix de la ville de Tétouan (6.500,00 €), attribuito lo scorso anno a Mario Martone per il film Il “Giovane favoloso” selezionato per la competizione ufficiale del festival marocchino in rappresentanza dell’Italia.
Lungometraggi
Grand Prix de la ville de Tétouan 6.500,00 €
Prix Mohamed Reggab, Prix spécial du Jury 2.700,00 €
Prix Azzeddine Meddour pour la première oeuvre 1.800,00 €
Prix d’interprétation Masculine
Prix d’interprétation Féminine
Prix du Public
Cortometraggi
Grand Prix de la ville de Tétouan 3250,00 €
Prix du Jury 1500,00 €
Prix Innovation 1000,00 €
Documentari
Grand Prix de la ville de Tétouan 3.700,00 €
Prix spécial du jury 1.800,00 €
Prix de la première oeuvre 1. 000,00 €
Come per il MedFilm 2015, in segno d’unione tra i due festival e le due sponde, il Film d’apertura del Festival de Cinéma de Tétouan 2016 sarà “Mediterranea” di Jonas Carpignano, unico italiano in Concorso alla 54° Semaine de la Critique di Cannes 2015, finalista del LUX Prize (venduto in oltre 35 Paesi, ancora senza distribuzione italiana), dramma di strettissima attualità: l’avventura di Ayiva (Koudous Seihon), un ragazzo che parte dal Burkina Faso in cerca di un lavoro per provvedere a sua sorella e a sua figlia. Emigrato in Italia, cerca di adattarsi alla sua nuova vita, ma la tensione nella locale comunità calabrese continua ad aumentare e le cose si fanno sempre più pericolose. «Il 90% di quello che succede nel film è veramente successo nella vita di Koudous», ha spiegato Carpignano. «Per lo stesso Koudous non è stato facile girare alcune scene perché sono dei momenti forti delle sua vita. Ma il nostro obiettivo è stato chiaro fin da subito: con questo film abbiamo voluto avvicinare il pubblico a un ragazzo che vive attualmente in questa condizione, in modo che si rifletta maggiormente sulla vita di queste persone».
Al film in Concorso e a quello d’apertura, si aggiunge, nella sezione Séances Spèciales, un’opera importante che, coniugando in modo mirabile impegno ed intrattenimento, ha raccontato il nostro presente: “Suburra” di Stefano Sollima.
Suburra, secondo film del regista dopo “A.C.A.B. All Cops Are Bastards” e il clamoroso successo di “Gomorra – La serie”, è la storia di una grande speculazione edilizia, il Water-front, per trasformare il litorale romano in una nuova Las Vegas. Tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini ed interpretato da un cast di stelle del nostro cinema (Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano), è un emozionante western metropolitano che ha profeticamente anticipato Mafia Capitale e conquistato il pubblico di tutto il mondo (venduto in oltre 20 Paesi, diventerà una serie originale di 10 episodi per Netflix). «Suburra è il quartiere dove, duemila anni fa, il Potere e la Criminalità s’incontravano segretamente. Un nome arcaico che però è sempre stato attuale perché il meccanismo di coesistenza tra i vari poteri governa questa città da sempre. Sono il potere politico, quello religioso e quello criminale. Mondi diversi che nel mio film s’intersecano grazie al progetto del Water-front: sulla carta, un progetto di riqualificazione urbanistica; nei fatti, un affare per le mafie, sia nella fase di costruzione e sia nel riciclaggio di denaro sporco attraverso i casinò. Il risultato è un film di grande spettacolarità, un noir metropolitano e un gangster movie che riflette la fine di un’era, di un mondo politico e di un mondo criminale che sta diventando altro ma non sa ancora bene cosa e quindi si agita con sanguinosi colpi di coda in attesa di un nuovo ordine».
Sempre nell’ambito della XXII edizione del Festival di Tétouan, si terranno i convegni: “Quando le cinéma raconte les drames méditerranéens”, che rifletterà sul ruolo dei media – in particolare del cinema ma anche dei social network – nella narrazione dei drammi del Mare Nostrum e nel consolidamento del senso di cittadinanza comune dei popoli dell’area mediterranea, e “Le cinéma marocain et les problèmes du langage”, forum che vedrà coinvolti critici, registi e docenti universitari marocchini, francesi e spagnoli sullo stato di salute di una delle cinematografie più vive e pulsanti dell’area e sulle strategie di diffusione e circolazione delle opere in Europa e nel resto del mondo.
Sarà inoltre organizzato un programma pedagogico-didattico che coinvolgerà gli studenti delle scuole superiori e universitari, impegnati nell’analisi e nella valutazione dei titoli dei Concorso accompagnati da esperti come Roland Carré e Tahar Chikhaoui.
Emanuela Gasbarroni, regista e documentarista, esperta di sviluppo, diritti umani, sostenibilità ambientale, cooperaizone internazionale e scambi di know how, sarà membro della Giuria del Concorso Ufficiale della 22° edizione del Festival di Tétouan. La Giuria è completata da Luis Miñarro (regista e produttore, Spagna), Sanaa Alaoui (attrice, Marocco) già premiata al MedFilm festival nel 2007, Élie Yazbek (critico, Libano), Alain Masson (scrittore, Francia) e Michel Demopoulos (critico e produttore, Grecia).
Emanuela Gasbarroni ha curato lo studio, la scrittura e la regia di 13 documentari (tra cui “Fuga per la libertà” e “Eastwest Refugee Camp”), tutti ambientati in Paesi del Mediterraneo come Siria, Libano, Giordania, Israele, Palestina, Egitto, Tunisia, Marocco, Francia, Spagna e Albania. Ha lavorato con molte Organizzazioni Internazionali, come la Commisione Europea, la Banca Mondiale, la Cooperazione italiana e vari Ministeri di Paesi esteri. I suoi film – premiati in diversi festival internazionali – sono stati trasmessi su BBC World, Rai, canali arabi nazionali e internazionali. Giornalista professionista con oltre dieci anni di esperienza in radio, televisione e quotidiani locali e nazionali, da più di nove anni collabora per la Repubblica. Ha lavorato per strategie e piani di comunicazione in Italia e in Libano, workshop sul documentario in Italia ed Egitto per 22 studenti arabi alla televisione egiziana (ERTU). Ha realizzato interviste a beneficiari in cinque paesi arabi per una pubblicazione del programma europeo Swim, sulla gestione idrica integrata sostenibile nel sud del Mediterraneo. Ha diretto una web serie in tredici puntate sulla storia di Rossella Casini, una ragazza di Firenze uccisa dalla ‘Ndrangheta e andata in onda su Repubblica Tv.
PER L’EVENTO DI TÉTOUAN SI RINGRAZIANO: Rai Com, Luxbox, Ingido, Pathé, Indie Sales.